esce il secondo numero della collana “Voci da Abya Yala”:
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Da cosa ripartire per costruire un mondo aldilà del neoliberismo, che sembra aver assorbito nella sua logica ogni spazio disponibile? La risposta che suggerisce Gustavo Esteva sono i commons: non ‘luoghi’ ma condizioni, relazioni, ambiti di comunità e di un fare comune che sono sopravvissuti e sopravvivono all’enclosure, alla recinzione con cui il meccanismo capitalista si appropria di tutto ciò che può avere un valore (di mercato), trasformandolo in ‘bene’.
Esteva traccia una breve storia dei commons e dei tentativi continui di liquidarli, e li riconosce come gli spazi in cui oggi si gioca la lotta per l’autonomia e per una libertà collettiva. Spazi minacciati e resistenti, eterogenei e inestinguibili, frontiera della lotta tra il capitale e l’essere umano che riguarda tutti, comunque si traduca la parola commons nei diversi calendari e nelle diverse geografie.