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Messico – Il Sud resiste!

Di fronte all’imposizione di “grandi progetti” in vista di un presunto “sviluppo”, portatori di false promesse, di ingenti danni ambientali e di distruzione delle condizioni di vita e a volte della vita stessa degli abitanti delle zone interessate, le comunità indigene hanno organizzato una marcia che dal 28 aprile al 9 maggio ha attraversato 7 Stati messicani interessati dai progetti e si è conclusa con un Incontro internazionale “Capitalismo corporativo mondiale, Patriarcato planetario, Autonomie in ribellione”.

Si veda:

– la Cronaca della marcia

– il testo della Dichiarazione finale.

Con questa importante documentazione riprendiamo l’invio della nostra newsletter (che per vari motivi è rimasta in sospeso per un po’…).

Vi segnaliamo inoltre una nuova sezione che abbiamo aperto nel blog:

– il Mininotiziario America Latina dal basso, curato da Aldo Zanchetta e dedicato alle realtà di base: i popoli indigeni, le organizzazioni campesinas, i popoli afrodiscendenti, i combattivi movimenti delle donne e dei giovani. È in queste realtà che, ci sembra, risieda anche per noi in Italia il valore politico e sociale di uno sguardo su mondi altri, sia per una esigenza di giustizia delle nostre politiche tuttora permeate di spirito “coloniale”, sia per la loro creatività e volontà di resistenza all’omogeneizzazione culturale globalista di cui stiamo soffrendo.

Troverete inoltre sempre aggiornate le sezioni con gli articoli di Raúl Zibechi e Silvia Ribeiro su La Jornada.

Buona lettura!

SCIENZA MALATA

Sempre più spesso le innovazioni tecnologiche e scientifiche ci vengono  presentate come un incontrovertibile e benefico progresso, soluzioni da accogliere con entusiasmo, che ci renderanno la vita più facile e risolveranno problemi finora irrisolvibili.  Quasi sempre queste innovazioni consentiranno lauti guadagni ad alcuni. Dopo tutto, garantisce la Scienza!

Altrettanto spesso però, a queste squillanti e trionfali trombe della Scienza, rispondono altri scienziati che sollevano questioni che appaiono rilevanti e che illuminano le possibili, gravi conseguenze che queste innovazioni potrebbero avere sull’umanità tutta.

Pur se pensiamo che la scienza sia in grado di risolvere molti problemi (sempre che la ricerca sia libera da pressioni o conflitti d’interesse) crediamo anche che essa sia vera scienza quando non propugna dogmi ma si basa su ricerche sperimentali dimostrate e ripetibili, condotte con metodi validi di indagine e analisi, basate su dati raccolti e ordinati e comunicazione chiara e trasparente delle conclusioni. Conclusioni sempre discutibili alla luce di nuove evidenze, conoscenze o scoperte. Mettere in discussione, con l’onere della prova, verità date per scontate non è antiscientifico. Qualsiasi censura del dibattito scientifico, invece, è certamente controproducente per il pensiero scientifico stesso. E, in mancanza di certezze scientificamente provate, deve prevalere il principio di precauzione.

Silvia Ribeiro, ricercatrice del Gruppo ETC,  ci racconta come, sia nel caso dell’intelligenza artificiale che per quanto riguarda il 5G, gli scienziati siano tutto fuorché unanimi nel plauso a queste innovazioni e di quanto sia importante essere informati per non diventare le cavie consenzienti di esperimenti potenzialmente molto pericolosi oppure trovarsi ad accettare soluzioni che risolvono alcuni problemi mentre ne determinano di peggiori.

Continua intanto la publicazione degli editoriali di Gustavo Esteva su La Jornada dal Messico

Leggi sul blog:

2019 06 08 Le minacce della rete 5G

2019 07 06 L’intelligenza artificiale accresce il caos climatico

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