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Ascoltare voci diverse

Nelle nostre “pagine di autonomia” abbiamo pensato di allargare la prospettiva al di fuori del continente latinoamericano, pubblicando a volte testi di provenienza diversa, che ci permettono di ascoltare “voci altre” rispetto al cosiddetto mainstream. È il caso del libro che vi presentiamo oggi, intitolato: Clima. Una nuova storia, di Charles Eisenstein, che secondo noi offre spunti inediti e interessanti al dibattito sul clima.

L’autore mette a disposizione gratuitamente tutto il suo lavoro (in lingua inglese) nel suo sito web. Il libro è stato tradotto in italiano da Adele e può circolare liberamente.

Vi invitiamo a leggere una breve presentazione, dove troverete i link per scaricare in pdf l’intero volume in traduzione italiana, e una sintesi dei contenuti.

Buona lettura!

Adele, Aldo, Maria Pia

Protettori della foresta

Per motivi contingenti, da un po’ di tempo non ci facciamo vivi con la nostra newsletter. Continuiamo tuttavia ad aggiornare il blog seguendo due filoni in particolare:

– gli articoli di Raúl Zibechi sui movimenti dal basso in America Latina e sulle cause profonde delle crisi socio-politiche attuali;

– gli articoli di Silvia Ribeiro sulle problematiche dell’agricoltura e del cibo, degli interessi globali sottostanti, della sovranità alimentare e delle minacce ambientali rappresentate in particolare dalla geoingegneria.

Oggi ti proponiamo la nostra traduzione di un testo di Charles Eisenstein: I protettori della foresta, a proposito dell’ennesimo assassinio di un indigeno ecuadoriano impegnato nella difesa della foresta pluviale dall’avanzata dell’estrattivismo petrolifero. Il testo è di particolare interesse in quanto invita a riflettere sulle cause profonde e su possibili soluzioni che vadano altrettanto in profondità.

Lo tsunami tecnologico

Uno tsunami di potenti tecnologie convergenti investe oggi molti aspetti della vita economica, sociale, culturale e politica, con impatti rilevanti sull’ambiente e sulla salute. Il tutto in un contesto di crisi climatica a cui è sempre più urgente far fronte.

Il Gruppo ETC sta cercando di raccogliere la sfida di una valutazione critica di tutto questo complesso fenomeno, in vista di un’azione sociale positiva.

Cerchiamo di seguire questo importante lavoro di riflessione proponendovi tre nuovi articoli:

Di fronte allo tsunami tecnologico: un descrizione sintetica delle nuove tecnologie, la cui convergenza ha costituito una sorta di Big Bang tecnologico.

Zanzare transgeniche fuori controllo: le zanzare transgeniche rilasciate in Brasile, invece di contrastare la diffusione della dengue, hanno dato luogo a una progenie di super-zanzare, che comportano alti rischi per la salute e per l’ambiente.

Sacrificare l’Antartide per salvare il capitalismo: la proposta di un mega-progetto di geoingegneria, che sacrificherebbe interi ecosistemi, con rischi di fallimento e di impatti collaterali estremamente gravi.

Buon Anno e Buona lettura!

La redazione di camminardomandando

 

Nuove tecnologie tra rischi e conflitti d’interesse

L’interessante Newsletter di luglio del Gruppo Etc espone i pregiudizi e i conflitti d’interesse nella relazione dell’IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) sulla biologia sintetica e gli organismi gene drive; riassume un’interessante ricerca sul sequestro di carbonio in atmosfera per ridurre gli impatti climatici e, sempre a proposito di manipolazione genetica (in questo caso si tratta delle zanzare geneticamente modificate introdotte il 1 luglio in Burkina Faso) ci ricorda che non sappiamo gran che sulle potenziali conseguenze a lungo termine dell’uso in natura di una tecnologia di estinzione, ma i rischi sono significativi.

Leggi alcuni estratti dalla Newslettedel Gruppo ETC
Leggi larticolo del Gruppo ETC su pregiudizi e conflitti di interesse nella relazione dell’IUCN

Silvia Ribeiro, ricercatrice del Gruppo ETC, in due brevi articoli aggiunge nuovi elementi alla conoscenza dei rischi delle coltivazioni transgeniche. In un altro articolo, segnala che la catastrofe climatica si fa sempre più vicina, ma con i possibili rimedi non ci siamo: L’Istituto Postdam per la Ricerca sugli Impatti Climatici, finanziato dal governo tedesco, il 18 luglio di quest’anno ha proposto un nuovo mega-progetto di geoingegneria che, nella sua enormità, rivela le reali dimensioni del disastro che ci aspetta.

 

SCIENZA MALATA

Sempre più spesso le innovazioni tecnologiche e scientifiche ci vengono  presentate come un incontrovertibile e benefico progresso, soluzioni da accogliere con entusiasmo, che ci renderanno la vita più facile e risolveranno problemi finora irrisolvibili.  Quasi sempre queste innovazioni consentiranno lauti guadagni ad alcuni. Dopo tutto, garantisce la Scienza!

Altrettanto spesso però, a queste squillanti e trionfali trombe della Scienza, rispondono altri scienziati che sollevano questioni che appaiono rilevanti e che illuminano le possibili, gravi conseguenze che queste innovazioni potrebbero avere sull’umanità tutta.

Pur se pensiamo che la scienza sia in grado di risolvere molti problemi (sempre che la ricerca sia libera da pressioni o conflitti d’interesse) crediamo anche che essa sia vera scienza quando non propugna dogmi ma si basa su ricerche sperimentali dimostrate e ripetibili, condotte con metodi validi di indagine e analisi, basate su dati raccolti e ordinati e comunicazione chiara e trasparente delle conclusioni. Conclusioni sempre discutibili alla luce di nuove evidenze, conoscenze o scoperte. Mettere in discussione, con l’onere della prova, verità date per scontate non è antiscientifico. Qualsiasi censura del dibattito scientifico, invece, è certamente controproducente per il pensiero scientifico stesso. E, in mancanza di certezze scientificamente provate, deve prevalere il principio di precauzione.

Silvia Ribeiro, ricercatrice del Gruppo ETC,  ci racconta come, sia nel caso dell’intelligenza artificiale che per quanto riguarda il 5G, gli scienziati siano tutto fuorché unanimi nel plauso a queste innovazioni e di quanto sia importante essere informati per non diventare le cavie consenzienti di esperimenti potenzialmente molto pericolosi oppure trovarsi ad accettare soluzioni che risolvono alcuni problemi mentre ne determinano di peggiori.

Continua intanto la publicazione degli editoriali di Gustavo Esteva su La Jornada dal Messico

Leggi sul blog:

2019 06 08 Le minacce della rete 5G

2019 07 06 L’intelligenza artificiale accresce il caos climatico

L’industria del petrolio e la geoingegneria, un pericolo globale

Solar radiation management

E’ almeno dal 1940 che le maggiori imprese petrolifere sono al corrente del pericolo del riscaldamento climatico e investono in ricerca per trovare una soluzione che consenta loro di continuare a estrarre e bruciare combustibili fossili. Per anni hanno negato l’evidenza e ora conducono esperimenti con il clima che mettono l’intero pianeta in pericolo.  E’ quanto sostiene Benzina sul fuoco (Fuel to the fire), una ricerca pubblicata questa settimana dal Centro Internazionale di Diritto Ambientale (CIEL la sua sigla inglese) raccontata da Silvia Ribeiro, ricercatrice del Gruppo Etc. La stessa autrice firma un articolo sullo stesso argomento in cui chiarisce come “tra i governi delle regioni che provocano la maggior quantità di emissioni vige l’accordo di non interferire nei guadagni del settore più ricco, che include le compagnie petrolifere transnazionali e altre, che traggono profitto da attività che generano il caos climatico.

Geoingegneria e cambiamenti climatici

Si è chiusa a Katowice in Polonia domenica 16 dicembre la COP24, la conferenza internazionale sul clima, con una dichiarazione che ha scontentato molte associazioni della società civile che vorrebbero impegni più decisi, consistenti e di sistema, per riuscite a fermare il cambiamento climatico e l’incremento dell’anidride carbonica in atmosfera, con il suo effetto d’innalzamento delle temperature.

Dalla Conferenza emerge che il sistema esistente, per la propria perpetuazione, vorrebbe imporre come “fatto compiuto” l’applicazione di nuove tecnologie di mitigazione che consentirebbero di continuare ad abusare del pianeta come oggi. Queste tecnologie di geoingegneria sono pericolose perché non possono essere testate se non su vasta scala, con impatti ambientali, economici e sociali estremamente rilevanti.

Pubblichiamo sul nostro blog i seguenti contributi:

Un introduzione al tema da parte di Silvia Ribeiro, ricercatrice e responsabile del Gruppo ETC per l’America Latina:

Come uscire dal caos climatico?

E ulteriori approfondimenti dal Gruppo ETC:

Tecnologie di geoingegneria

Geoingegneria: la grande cattiva soluzione

Geoingegneria: tentativi USA

Inoltre, 110 organizzazioni internazionali e nazionali e 6 assegnatari del “premio Nobel alternativo” hanno reso pubblico un Manifesto contro la geoingegneria, anch’esso reperibile sul blog in italiano e scaricabile in pdf.

Buona lettura e buone Feste!

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