Sempre
più spesso le innovazioni tecnologiche e scientifiche ci vengono
presentate come un incontrovertibile e benefico progresso, soluzioni
da accogliere con entusiasmo, che ci renderanno la vita più facile e
risolveranno problemi finora irrisolvibili. Quasi sempre queste
innovazioni consentiranno lauti guadagni ad alcuni. Dopo tutto,
garantisce la Scienza!
Altrettanto
spesso però, a queste squillanti e trionfali trombe della Scienza,
rispondono altri scienziati che sollevano questioni che appaiono
rilevanti e che illuminano le possibili, gravi conseguenze che queste
innovazioni potrebbero avere sull’umanità tutta.
Pur
se pensiamo che la scienza sia in grado di risolvere molti problemi
(sempre che la ricerca sia libera da pressioni o conflitti
d’interesse) crediamo anche che essa sia vera scienza quando non
propugna dogmi ma si basa su ricerche sperimentali dimostrate e
ripetibili, condotte con metodi validi di indagine e analisi, basate
su dati raccolti e ordinati e comunicazione chiara e trasparente
delle conclusioni. Conclusioni sempre discutibili alla luce di nuove
evidenze, conoscenze o scoperte. Mettere in discussione, con l’onere
della prova, verità date per scontate non è antiscientifico.
Qualsiasi censura del dibattito scientifico, invece, è certamente
controproducente per il pensiero scientifico stesso. E, in mancanza
di certezze scientificamente provate, deve prevalere il principio di
precauzione.
Silvia Ribeiro, ricercatrice del Gruppo ETC, ci racconta come, sia nel caso dell’intelligenza artificiale che per quanto riguarda il 5G, gli scienziati siano tutto fuorché unanimi nel plauso a queste innovazioni e di quanto sia importante essere informati per non diventare le cavie consenzienti di esperimenti potenzialmente molto pericolosi oppure trovarsi ad accettare soluzioni che risolvono alcuni problemi mentre ne determinano di peggiori.
Continua intanto la publicazione degli editoriali di Gustavo Esteva su La Jornada dal Messico
Leggi
sul blog:
2019
06 08 Le minacce della rete 5G
2019
07 06 L’intelligenza
artificiale accresce il caos climatico