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Protettori della foresta

Per motivi contingenti, da un po’ di tempo non ci facciamo vivi con la nostra newsletter. Continuiamo tuttavia ad aggiornare il blog seguendo due filoni in particolare:

– gli articoli di Raúl Zibechi sui movimenti dal basso in America Latina e sulle cause profonde delle crisi socio-politiche attuali;

– gli articoli di Silvia Ribeiro sulle problematiche dell’agricoltura e del cibo, degli interessi globali sottostanti, della sovranità alimentare e delle minacce ambientali rappresentate in particolare dalla geoingegneria.

Oggi ti proponiamo la nostra traduzione di un testo di Charles Eisenstein: I protettori della foresta, a proposito dell’ennesimo assassinio di un indigeno ecuadoriano impegnato nella difesa della foresta pluviale dall’avanzata dell’estrattivismo petrolifero. Il testo è di particolare interesse in quanto invita a riflettere sulle cause profonde e su possibili soluzioni che vadano altrettanto in profondità.

Sosteniamo il coraggio di Máxima Acuña!

Da quasi dieci anni, questa contadina peruviana è in lotta con una grande impresa mineraria che estrae oro e rame nella regione di Cajamarca, in Perù, devastando il territorio e privando le comunità indigene delle loro sorgenti di acqua.

Earthworks, un organismo non profit per la protezione delle comunità e dell’ambiente dagli impatti avversi dell’estrazione mineraria e della produzione di energia, ci invita ad esprimere il nostro sostegno alla lotta di Máxima, che continua tutt’ora a subire vessazioni, chiedendo che Newmont smetta di farle causa e lasci vivere in pace lei, la sua famiglia e le comunità del territorio.

La vicenda di Máxima è narrata brevemente nell’articolo che pubblichiamo:

Una roccia chiamata Máxima Acuña

Raul Zibechi: Perchè vincono le destre

Il ciclo progressista è finito”, dichiara secco nel suo ultimo articolo “Perché in Sudamerica crescono le destre” Raúl Zibechi, attento osservatore della realtà politica e sociale latinoamericana. Non la pensano così altri intellettuali della “sinistra organica” quale ad es. Amir Sader. L’ottimismo della volontà? Sono tempi in cui in Latinoamerica (e altrove?) il realismo induce a una osservazione disincantata di ciò che accade, registrarlo e cercar di capire le ragioni del regresso da sinistra a destra, cercando di correggere il tiro e di non disperdere l’esperienza che si può, anzi si deve, accumulare anche nei momenti sfavorevoli.

Da tempo Zibechi avverte: siamo in una società estrattivista, e queste ne sono le conseguenze. Ero portato a credere che per quanto riguarda il regresso politico, il tipo di estrattivismo fosse quello più sofisticato di quello minerario e agricolo, cioè quello politico, sociale, giuridico, finanziario. Ma Zibechi in questo articolo porta un dato sconcertante, riferito all’Argentina: <<la mappa della soia coincide “quasi matematicamente” con i territori in cui vince Macri>>

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