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1968

C’è altro da non dimenticare

Nell’anniversario del massacro del 2 ottobre 1968 degli studenti messicani che va sotto il nome di “Matanza de  Tlatelolco” Gustavo Esteva ricorda quell’anno e quel decennio di rivoluzione i cui frutti il suo paese potrebbe finalmente raccogliere oggi...

C’è stato realmente uno spirito degli anni Sessanta, e accanto ad una corrente individualista ce n’è stata un’altra, solidale e comunitaria; è stato messo tutto in discussione: la famiglia, il lavoro, l’educazione, il successo, il senno, la pazzia, la cura dei bambini, l’amore, l’urbanesimo, la scienza, la tecnologia, il progresso, la ricchezza (José Ma. Sbert, 2009). Bisognava cambiare tutto (Germán Dehesa, 1997). The sky is the limit [Il limite è il cielo]. È decollato un nuovo movimento femminista, quando Betty Friedan ha fondato nel 1966 la National Organization for Women. C’è stato Martin Luther King. “Sembrava che in un lampo si potesse vedere tutto ciò che una società aveva di intollerabile, e nello stesso tempo le possibilità di un’altra realtà sociale… Per l’80% dell’umanità è stato come se il medioevo finisse all’improvviso…

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L’irruzione degli invisibili

Stiamo vivendo una crisi di civiltà.
Abbiamo bisogno di un orizzonte diverso da quello del capitalismo e dell’individualismo.
Abbiamo bisogno di uscire dalla prigione dell’eurocentrismo che non offre alternative a questa crisi. Alternative che sono chiaramente tracciate nell’ultimo libro di Raúl Zibechi, che uscirà in italiano alla fine di aprile:

L’irruzione degli invisibili. Il ’68 e la nascita di nuovi mondi in America Latina.

Le soluzioni degli “invisibili”, “quelli che stanno in basso”, gli indigeni e i neri dell’America Latina, non sono realtà aliene e lontane, anzi, hanno molto da dire a noi oggi.

Presentazione del libro in una breve intervista all’autore.

Come ordinare il libro.

 

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